Se ne sta lì in piedi, il Lavoro, sulla porta d’ingresso della Costituzione della Repubblica Italiana.
L’art. 1 solennemente recita: "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione".
L’art. 1 solennemente recita: "L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione".
La carta su cui si fonda questo nostro Stivale, dalla suola logorata da ataviche divisioni, da stranieri che lo calpestarono e da indigeni che lo calpestano ancora, è forse una delle poche che non pone in apertura concetti belli come l'égalité francese, tanto meno the Fredoom americana o a dignidade da pessoa humana portoghese.
Seguendo la Genesi “Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto” a noi tocca il Lavoro.
Ma perché proprio il Lavoro? Mi pongo questa domanda.
Esco di casa e vado al lavoro.
Esco di casa e vado al lavoro.
Marco Stizioli
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