CARA ITALIA,
sei unita da centocinquant’anni, così t’ho conosciuta quando sono nata, quando sono cresciuta, quando sono invecchiata e così t’ho amata. Mentre crescevo, pensavo che anche tu crescessi, che crescessero i miei concittadini, invece...
Ecco come eri nel 1300, quando eri divisa in tanti piccoli stati in lotta tra loro, lo diceva Dante:
Ahi, serva Italia di dolore ostelloNave senza nocchiero in gran tempestaNon donna di provincia ma bordello!
Lo diceva Petrarca:
Italia mia, benchè’l parlar sia indarnoA le piaghe mortaliChe nel bel corpo tuo sì spesso veggio…or dentro ad una gabbiafiere selvagge e mansuete gregges’annidan sì che sempre il miglior geme
E come eri cinque secoli dopo, lo diceva Vincenzo Monti:
Bell’Italia, amate sponde...Fonte amara ognor ti fuDi stranieri e crudi amantiT’avea posta in servitù.
E lo diceva Goethe:
L’Italia è ancora come la lasciai...Ognuno pensa per sé, è vano, dell’altro diffida e i capi dello Stato, pure loro, pensano per sé
E lo diceva Leopardi:
O Patria mia, vedo le mura e gli archiE le colonne e i simulacri e l’ermeTorri degli avi nostri,ma la gloria non vedo...
E come era nel 1900, lo diceva Ligabue:
Buona notte all’Italia con gli sfregi nel cuoreE le flebo attaccate da chi ha tutto il potereE la guarda distratto come fosse una moglieCome un gioco in soffitta che gli ha tolto le voglie.
E nel 2008, diceva il sito “Maggiolina alternativa” parlando della necessità che il cittadino vigili sulla Costituzione e invece pochi lo fanno.
Anche tu hai il compito di far da guardianoPerché questo bene non ci sfugga di manoDiritto alla vita, diritto al nomeDiritto ad esprimere la propria opinioneDiritto a esser liberi mai sfruttatiDiritto al rispetto mai offesi e umiliatiLa legge è uguale per tuttiLa legge non fa differenze...
Ora siamo nel 2011: che cosa è cambiato? Poco da prima dell’unità, poco da quando avvenne l’unità, anzi ai mali passati si sono aggiunti i nuovi: la mancanza di guida, le ferite aperte, l’ambiente violato, la corruzione diffusa, la decadenza morale e culturale, l’indifferenza dei cittadini, il razzismo risorgente, la povertà del linguaggio, la difficoltà di trovare un lavoro, l’agonia della speranza, la povertà che avanza, il disprezzo delle leggi, la scomparsa dei valori e l’egemonia del denaro.
Io soffro con te, cara Italia, mentre con te contemplo il degrado delle opere d’arte che si sbriciolano lentamente e cancellano le memorie del passato. Perdiamo il passato, soffriamo il presente, non abbiamo futuro.
Eppure io spero ancora in uno scatto d’orgoglio, in un risveglio improvviso, in una svolta epocale che ti salvi, Italia mia, perché sono orgogliosa di essere italiana e allora canto con De Gregori:
Viva l’Italia, l’Italia che non muoreViva l’Italia presa a tradimentoL’Italia assassinata dai giornali e dal cemento...Viva l’Italia, l’Italia che non ha paura...Viva l’Italia, l’Italia che lavora...l’Italia con le bandiere, l’Italia nuda come semprel’Italia con gli occhi aperti nella notte tristeviva l’Italia, l’Italia che resiste.
E, consolata da questa canzone, mentre spero che tu non torni divisa, come qualcuno vuole, voglio credere, con Venditti
Che questa maledetta notteDovrà pur finirePerché la riempiremo noi da quiDi musica e parole...
Ciao, Italia.
Maria Pizzuoli