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sabato 5 marzo 2011

O Zé Povinho. Il corpo è fermo


Scartabellando in odorosi e marci archivi, vivendo come solo l'uomo può vivere, arrancando con questo Corpo che ha preso chili, si è fiondato nei fossi, trovo questa vignetta. Tratti di matita che comprovano la Censura che imbavagliò il Portogallo durante il regime di António de Oliveira Salazar. Quella dittatura che prese il nome di Estado Novo.
La dipinse Alonso, negli anni '30 di quel secolo che fu definito breve, così breve che ancor oggi siamo qui a leccarci enormi ferite dovute a bombe, bombe, bombe.
La dipinse per Os Ridiculos, un bi-settimanale umoristico in quel di Lisboa. In Rua de Barroca fioriva la sardonica redazione.
Nella figura: O Zé Povinho crocifisso. Capo chino, una intrecciata corona adorna uccidendo il suo viso. O Zé, figura creata da Rafael Bordalo Pinheiro nel 1875 per il periodico Lanterna Mágica. è Povinho, da Povo, il Popolo, è il simbolo totemico del popolano conformista e conformato, apatico, che non è in grado di trascendere questo incubo monotono che chiamiamo Storia. E' la nostra vicina di casa con la vestaglia e i baffi, è il signore al bar che vi guarda le gambe. E' senza speranza, senza voglia di modificare le cose. E' sconforto, non è dialettico. E' la passività del popolo a cui brama il Potere.
Nel titulus crucis si legge l'acronimo S.P., riferito o a Senhor Povinho o a Sociedade Portuguesa. E' in ogni modo lampante, vista inoltre la data del timbro censorio, l'11 Abril 1933, ovvero quando entrò in vigore la Costituzione dell'Estado Novo, il voler mettere in scena, esporre su carta, la straziante sofferenza del Portogallo messo in Croce da Salazar.
Ambizione sicuramente raggiunta e resa ancor più d'impatto dalle note scritte a matita, presenti al di sopra e al di sotto della vignetta. Visto il tono di queste, si può quasi certamente presumere che non siano appunti aggiunti successivamente dai censori, ma in precedenza dal vignettista stesso. Erano una sorta di annotazioni che sarebbero state inserite, se non fosse intervenuta la Censura, all'interno della versione pubblicata.
Infatti, nella parte superiore della pagina, vi è appuntato Em Quarta-feira de trevas, Nel Mercoledì delle tenebre, chiara citazione ai versi del Vangelo E venuta l’ora sesta, si fecero tenebre per tutto il paese, fino all’ora nona.
E quel Ecce Trouxa, Ecco il babbeo, rimanda le nostre menti rachitiche all'Ecce Homo che Pilato disse (io me lo immagino urlare) quando mostrò Gesù Cristo flagellato ai Giudei.
O Zé Povinho icona, metafora, scherno di un popolo fermo, col Corpo in Croce.
Il Re Afonso Henriques, nel 1139, vide una Croce in cielo, in quella che fu la battaglia di Ourique. Combattimento che fece sorgere dai terreni il Portogallo come Nazione.
La Croce come struttura della Lusitania e sceglierla come perno di questa vignetta non è da leggersi come blasfemia, ma, utilizzando questo Evento cardine per i portoghesi, Alonso volle scuoterli. Quelle due assi di legno che combinate divengono martirio e dolore fungono da veicolo per una critica sagace, feroce, ma una ferocia per spronare ad alzarsi. Per staccarsi dalla Croce, e usare il Corpo contro il regime. Usare il Corpo per Vivere.
La Censura, con una matita azzurra come il cielo, gli sbatte sopra una X.
No, non poteva essere pubblicato.
Corpo crocifisso, chiodi ai piedi, saudade nel sangue che anch'esso cola. Saudade che è nostalgia del passato, che è starsene fissando l'oceano su un - come direbbe Fernando Pessoa - cais de pedra (molo di pietra).
Fermo a guardare l'orizzonte, in un mondo cucito da magnifici ricordi. Non è reale. Sei pure tu uno passivo che passiveggia con la fantasia.
E' come se il tuo Corpo fosse in Croce.

Marco Stizioli

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