Esiste un futuro per i giovani italiani?

sabato 5 marzo 2011

Tempo di alterità

Viviamo in un tempo di “sovraesposizione erotica”: tutto ci parla di eros, di amore, di sesso…la pubblicità, i media, le trasmissioni televisive in continuazione ci schiaffano davanti agli occhi immagini di corpi più o meno coperti e in atteggiamenti provocatori. Il gossip rincorre solo notizie di amori traditi, amori consumati, amori finti. Le camere da letto di politici, calciatori, veline non sono più un segreto per noi, spettatori anche inconsapevoli del venir meno del sottile confine tra pubblico e privato. Come un’inondazione che non si può evitare, il privato di questi personaggi pubblici si riversa, entra nelle nostre case, spesso senza che noi lo vogliamo. È quasi impossibile che questo tipo di notizie non giungano alle nostre orecchie, a meno che non si viva completamente fuori dal mondo civilizzato. E allora ecco la scrittrice che afferma che l’amore è bello solo se fatto in tre; il calciatore che confessa alle telecamere la sua lunga astinenza, la velina che si diverte ad elencare tutti i luoghi in cui l’ha fatto…ma chissenefrega!
Sembra che l’amore, o forse sarebbe meglio dire le prestazioni, di questi signori, non possano fare a meno di apparire sulla scena pubblica, come se anche questo facesse parte e contribuisse alla loro fama televisiva e non. Il fatto di essere, o essere stata/o la fidanzata/o di o l’amante di spalanca ampie porte sul mondo dello spettacolo. Tutto fa curriculum, no?
Ma insieme al gossip e alla cronaca rosa, siamo troppo spesso raggiunti da notizie di amori uccisi, amori violati, amori fatti a pezzi, amori straziati e stranzianti che disorientano le persone che assistono da vicino o da lontano a questi eventi. E le frasi, che si ripercuotono ogni volta che accade qualcosa di simile, sono sempre le stesse: “Sembravano una famiglia così felice”, “Si volevano così bene”…
Che fine ha fatto l’amore? Dove è? Dove l’hanno nascosto?
Sembra che la gente abbia dimenticato cosa significa amare, che la parola amore sia stata cancellata o venga declinata in modo del tutto distorto. Pare che amore equivalga a distruzione, annichilimento dell’altro, sfruttamento per fini poco nobili, o mezzo per arrivare al successo, quando in realtà dovrebbe essere esattamente il contrario. Amore dovrebbe essere, infatti, accoglienza dell’altro nella sua alterità, che è irriducibile alla nostra e che per questo non può essere da noi né evitata né tanto meno dominata (Petrosino docet).
L’uomo fa esperienza dell’altro in quanto altro quotidianamente, ed è un’esperienza che non possiamo evitare, non si può rimanere indifferenti di fronte al volto dell’altro. E ancor più nell’amore questa esperienza deve trasformarsi in accettazione completa dell’alterità dell’altro che mi trovo di fronte. Un’alterità che inevitabilmente ci mette in discussione, che magari ci urta, ci infastidisce, ci intimorisce, ma che ci ricorda che anche noi siamo altro rispetto all’altro, che anche noi siamo inevitabili e non dominabili.
Solo in questa consapevolezza e accoglienza reciproca, in questo totale abbandono all’altro possiamo riscoprire il significato dell’amore. Che, per fortuna, non è quello che ci racconta la cronaca rosa o la cronaca nera. 

Giuli

Nessun commento:

Posta un commento